“Meteorite” di Fiorenzo Zaffina

“Meteorite” di Fiorenzo Zaffina
a cura di Spazio Y
con un testo critico di Helia Hamedani e un intervento di Cristian Stanescu
8-27 giugno 2017

Spazio Y è lieta di presentare il nuovo progetto di Fiorenzo Zaffina, con un intervento site specific che coinvolge la struttura dello spazio.

Il giorno 30 maggio 2017 Cento News – pagina di notizie Facebook pubblicava un video associato alla notizia della caduta di un frammento celeste su Roma nel quartiere del Quadraro. Il video, che simula la ripresa di una telecamera di sorveglianza e la relativa fake news sono diventati virali sul web a tal punto da destare molta curiosità. Un gioco che Fiorenzo Zaffina ha voluto mettere in atto per anticipare il lavoro realizzato a Spazio Y. Vedi il video e la notizia 


Un Meteorite a Roma
 (Helia Hamedani)

Fiorenzo Zaffina è conosciuto per le sue tracce scavate nei muri. Inizia negli anni 90 con il gesto apparentemente violento dello “spaccare” muri e quant’altro, creando la poesia dalle crepe. Così che i muri, fino ad allora silenti sullo sfondo, diventano finalmente protagonisti con dei graffi nei quali esprimersi, parlare, testimoniare e raccontare ciò che rappresenta la memoria nel materiale.

Allo Spazio Y, Zaffina sovverte l’intero ambiente espositivo con la caduta di un meteorite che stravolge la galleria. La porta, il pavimento e le pareti appaiono visibilmente danneggiati e una massa vetrificata s’insinua nelle macerie. I notiziari parlano della caduta di un meteorite a Roma, proprio in via Quintili al numero 144. La domanda spontanea è: cosa ci evoca questo segno? Ma soprattutto, che senso ha?

Il senso viene costruito man mano, tramite infiniti dialoghi tra gli oggetti del lavoro, il pubblico, lo spazio e non solo; ogni opera dialoga anche con la storia, con il contesto sociale, scientifico e politico.

Lo stesso meteorite atterrato nel quartiere del Quadraro, non si presenta come la solita massa nera, ma è un blocco di plexiglas (vetro sintetico) che l’artista scolpisce da dentro. Per l’artista la materia fusa è considerata una estensione delle sue tracce. Lo scavo dei muri sta alla materia trasparente come un continuum. Girando intorno all’oggetto misterioso, da ogni lato scopriamo una nuova forma; una complessa geometria liquida! Ciò che è evidente è l’instabilità. Forme che svaniscono e in altre occasioni riappaiono sotto altre luci.

Se ora siamo in una modernità liquida, davanti a un’economia fantasma, abbiamo paura di non controllare niente, non sappiamo quale è la vera e quale è la falsa bandiera, quale notizia del giornale è affidabile e via così, l’arte ha piu’ di sempre il compito di salvarci dal meccanicismo. Stiamo vivendo in un mondo astratto e unificato dal sistema capitalista e servono lampi che possano indicare una grammatica del dubbio. Se l’arte personalizza l’astrazione invadente della nostra attualità, rende immaginabile altre possibilità, riesce a rompere anche il sogno unificante del sistema. Ora sappiamo ciò che tradizionalmente chiamavamo la realtà, è semplicemente un montaggio, e proprio perché questa realtà sociale ha dimostrato di essere artificiale, possiamo anche immaginare di cambiarla.


Nel caos della creazione
 (Cristian Stanescu)

Il bombardamento è continuo. Certo non ai livelli di intensità e frequenza verificatesi dopo la nascita del nostro pianeta, circa 4,5 miliardi di anni fa. Il disco protoplanetario di polveri cosmiche del sistema solare si era condensato man mano formando asteroidi e planetesimi o protocomete (quando sitrattava di giaccio e polveri). Infine sono arrivati i pianeti. Ma il caos della creazione ha prodotto parossistiche piogge di meteoriti e urti tra pianeti. Il tempo però è stato gentiluomo e pian piano le traiettorie dei corpi celesti si sono in gran parte stabilizzate, le orbite si sono sincronizzate. Molti asteroidi sono stati confinati nella fascia principale, tra Marte e Giove, e nella Cintura di Kuiper, oltre Nettuno, con la maggior parte delle protocomete che hanno dato nascita alla Nube di Oort, un guscio sferico intorno al sistema solare. Ahimè nessun equilibrio dura per sempre e le perturbazioni non mancano e non sono mancate. Deviando traiettorie esse produrranno ondate di piogge meteoritiche sulla Terra (basta guardare la faccia nascosta della Luna per avere la percezione) o su scala più piccola semplici mine vaganti. Una moltitudine di vagabondi dello spazio, seppur una piccola parte del tutto, di diverse grandezze e composizioni vagano e a volte incrociano la strada del nostro pianeta. Alcuni più vecchi della stessa Terra, veri fossili dei primordi. Portano meraviglia e a volte grandi distruzioni, quando le loro dimensioni sono considerevoli. Distruzioni rigenerative (almeno in passato) che rimescolando le carte offrono, oltre il danno, nuove opportunità per l’incessante ribollire della vita. Si direbbe che non c’è un settimo giorno, quello del riposo, nella creazione.

Sembra che un simile meteorite abbia colpito di recente un edificio a Roma. Fra la moltitudine di corpi che impattano il pianeta ogni anno (migliaia di tonnellate di materiale) la bizzarria del caso ha visto case (in Sardegna, come in Tailandia) e persino persone colpite da meteoriti. Nel caso di Roma pare si tratti di un meteorite peculiare, più vicino, come struttura, alla purezza concettuale di un arrivo inatteso, di un messaggero enigmatico. Eppure i danni inflitti sono alla stregua di un vero meteorite. A sottolineare che le idee possono far male.

Cristian Stanescu (Professore incaricato, dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università Roma Tre)

Si ringraziano per la collaborazione: Marco Agostini, Paolo Assenza, Felice Farina, Luca Lazzarini, Germano Serafini, Alessio e Andrea Zaffina.

Visitabile dal lunedì al sabato dalle ore 17.00 alle ore 20.00